Dopo aver trascorso un weekend di benessere, immersi nella tranquillità e serenità di Palazzo Pulieri, ed aver gustato per colazione le tipiche prelibatezze abruzzesi, cucinate con dedizione dalla nostra cuoca Valeria, che ripropone ricette della tradizione quali i bocconotti, i celli ripieni e le ferratelle, non potete separarvi da questa terra senza aver ascoltato i suggerimenti dello staff di accoglienza, Filippo ed Elena, che vi invitano a visitare uno dei luoghi più suggestivi della zona: il famoso Castello di Roccascalegna.
Percorrendo la strada verso il castello, vi dispiacerà lasciare alle vostre spalle quella piacevole sensazione di relax e benessere regalata da un mix unico di storia antica e semplicità che vi hanno allontanato, per qualche giorno, dalla routine quotidiana.
Arrivati ai piedi della rocca, ammirerete sulla cima di una sporgenza rocciosa il famoso castello costruito tra il 500 ed il 600 in una posizione dominante sull’abitato.
La sua funzione difensiva è caratterizzata da un perimetro fortificato con torri di varie dimensioni tra le quali spicca quella a pianta quadrata sulla sommità della rupe.
Attraverso una gradinata molto ripida si giunge all’ingresso del castello dove rimangono i resti del ponte levatoio, andato distrutto nel 1705.
Dal 1700 il Castello di Roccascalegna ha conosciuto tre secoli di abbandono, durante i quali è stato preda di intemperie e saccheggi da parte della popolazione locale sino a quando, nel 1985, l’ultima famiglia feudataria dei “Croce Nanni” donò il castello al Comune di Roccascalegna.
La leggenda più famosa del castello ha per protagonisti il Barone Corvo De Corvis e l’editto dello “Ius primae noctis”, che il fantomatico Barone nel 1646 pretese di far valere, obbligando ogni novella sposa del feudo di Roccascalegna a passare la prima notte di nozze con lui, invece che con il marito.
Nessuno poteva opporsi, ma la leggenda narra che l’ultima sposa novella, o il legittimo consorte di questa, travestito con le sue vesti, salito alla rocca per la consumazione prevista, abbia accoltellato il barone.
Il barone morente, pare abbia lasciato la propria impronta della mano insanguinata su di una roccia della torre e benché si provasse a lavare il sangue dalla roccia, esso continuava a raffiorare.
Dove finisce la leggenda ed inizia la realtà non è dato saperlo e ciò contribuisce a rendere ancora più misteriosa la visita di questo castello……ancora oggi qualche visitatore ha ammesso di aver visto l’impronta della “mano di sangue” del Barone Corvo De Corvis.
La fortezza medievale di Roccascalegna è stata scelta in anni recenti come location cinematografica da illustri registi.
Ha aperto il trailer de “il racconto dei racconti” l’ultimo film di Matteo Garrone, che mostra chiaramente il profilo del castello di Roccascalegna che si staglia tra le alte vette appenniniche e il cielo ed è stato il grande protagonista silenzioso della fiction Rai “Il nome della Rosa”.
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